Era in onda un programma chiamato Ciao Darwin, in cui gareggiavano eterosessuali contro omosessuali.
Ero esaltata mentre pensavo fosse una qualche apologia del lesbismo: infatti ogni angolo del mio schermo 82" Samsung ultrapiatto Full HD pullulava di veline (il termine in Italia indica delle ragazze adolescenti o poco più, la cui unica ambizione è stare in tv molto svestite. Nient'altro: non sanno ballare, cantare, esprimere opinioni. Sono, in poco parole, delle microcefale svestite e sculettanti, per lo più orgogliose di aver raggiunto lo status di velina appunto, la cui funzione è quella di influenzare l'importante scelta di intrattenimento televisivo serale esercitata dal capofamiglia, vero detentore dello scettro del potere familiare (i.e. il telecomando).
Scusate la digressione, ma la volevo dire.
Comunque, nessuna apologia del lesbismo purtroppo: le veline svolgevano la medesima funzione di sempre: cioè nessuna.
Dopo un lungo sculettamento, infatti, le veline sono sparite, per lasciare spazio ai veri e propri concorrenti: gli uomini (e qualche donna) etero contro gli uomini (si fa per dire... e qualche donna) gay.
Io capisco bene che lo scopo di tali programmi sia l'intrattenimento, ma mi sono chiesta se sia accettabile:
- scegliere come presidente degli etero "Franco Califano", che ha aperto la trasmissione dicendo che "etero è meglio perché si può scopare la f.i.c.a" - non degna di alcun commento se non che lo stesso discorso può essere intrapreso da un gay - per traslato ovviamente, o per le donne o per le donne omosessuali. In realtà tale argomentazione potrebbe essere logicamente utilizzata esclusivamente da individui bisessuali;
- scegliere, come concorrenti gay, un carrozzone incredibile fatto di personaggi in canotta, parrucca, mèches, catene e in contrapposizione scegliere negli etero solo persone "normali" (si fa per dire ovviamente). Ora, se gli autori avessero fatto un giro a Milano, il sabato pomeriggio in via Torino, per vedere come si vestono gli zarri eterosessuali: con catene, mèches, canotte attillate;
- senza nessun motivo, ad intervalli ben scanditi, le telecamere inquadravano un sedere di donna praticamente nudo (?);
- ad accompagnare i concorrenti gay c'erano delle veline! Qualcuno mi spieghi subito perché non c'erano dei velini!
- l'apice (si fa per dire) è stato raggiunto quando il conduttore, tal odioso Paolo Bonolis, apostrofando un concorrente che non conosceva la risposta ad una delle domanda è riuscito ad urlare indignato: "ma la conoscevano anche le nostre veline questa risposta". Dopo averne chiamate un paio ad interloquire, e dopo che queste effettivamente dimostravano di conoscere la risposta, il conduttore ha espresso con gioioso stupore, rivolgendosi al concorrente: "ha visto che anche le nostre stupidissime ragazze conoscono le risposte"; nel frattempo le veline continuavano ad annuire sorridenti e compiaciute.
- la puntata si concludeva con il conduttore che, rivolgendosi ad un concorrente omosessuale, affermava "scusi se lo dico proprio a le, ma che culo!".
Ovviamente la risposta sull'accettabilità di tali programmi di intrattenimento è implicita.
Nota dell'ufficio stampa: La Senatrice Clinton dà facoltà ai giornali di chiamare il presente, e la instauranda epurazione, "l'editto americano".